I clienti che hanno un operatore telefonico hanno la possibilità di poter ricevere un rimborso. È una novità che arriva in seguito a migliaia di denunce: ecco che cosa sapere.
Esistono tante compagnie telefoniche, un numero cresciuto soprattutto con l'arrivo degli operatori virtuali che presentano allettanti offerte di telefonia mobile senza possedere, in numerosi casi, antenne o reti proprietarie. È un servizio che, in questo caso, viene garantito dalle infrastrutture di altri gestori.
Nell'ultimo periodo, si sta sentendo parlare non bene di un operatore telefonico che ha visto su di se una enorme pressione quest'anno che è finita per essere coinvolta in controversie. In sostanza, il fornitore di servizi di telecomunicazioni ha avuto un bel po' di difficoltà a mantenere alta la sua reputazione.
Adesso si dice che l'azienda stia affrontando un'altra causa arrivata in seguito a migliaia di denunce da parte dei suoi clienti che ora pretendono di avere un rimborso dalla compagnia. È così che è stata avviata una class action che sostiene come l'azienda abbia addebitato in modo ingannevole l'utente e non ha rivelato le spese dell'operatore.
Operatore telefonico sotto accusa: avviata la class action dei consumatori
In questi giorni un operatore telefonico noto a moltissimi consumatori deve affrontare una class action intentata da 23 querelanti che sottolineano come le pratiche della società siano di prezzi ingannevoli. Secondo quanto emerso fino ad ora, mancherebbe la trasparenza sul tipo di tariffa addebitata ai consumatori.
A finire al centro della questione è stata la compagnia T-Mobile che avrebbe aumentato i prezzi delle tariffe presentandolo ai clienti come un onere imposto dal governo a causa della sua denominazione. Una falsa rappresentazione che ha portato gli utenti ad agire e puntare il dito contro l'azienda accusandola di aver adottato pratiche di fatturazione ingannevoli che violano le leggi che tutelano i consumatori.
L'accusa spiega che le tariffe siano volte ad aumentare i ricavi dell'operatore, anche se sono presentate come importi richiesti dal governo sulle bollette e come tasse. La società si è giustificata sottolineando che sul sito web ufficiale, la tariffa RPTR è menzionata come costi operativi e non come tariffe imposta dal governo. T-Mobile ha poi menzionato come anche altre società abbiano messo in atto la stessa pratica.
La causa contro T-Mobile ha messo in evidenza anche come la compagnia abbia modificato la tariffa senza alcun preavviso ai suoi consumatori. Per questo ora si chiede un risarcimento finanziario per i clienti e anche di coprire le spese legali dovute all'azione. Per il momento si è solo all'inizio, ma non si esclude che i consumatori possano avere la meglio.